Secondo meAndrea Camaiora

Sono un ex ragazzo di provincia, cresciuto in una famiglia ricca di valori, nel Nord non estremo dell’Italia, a pochi passi dal mare.

Credo. E credo che si debba credere in Qualcosa. Primo, per non  sentirsi onnipotenti. Secondo, per non essere aridi.

Mi piace il ‘mio lavoro’, che è una professione intellettuale non ancora ancora compresa da mamma e papà. Anche perché in costante evoluzione da 15 anni.

Sono stato un discreto studente liceale e un modesto studente universitario, ma ho sempre studiato e mi piace studiare… quel che mi piace. Ora insegno in diversi atenei. Che sia segno della decadenza dell’Istruzione italiana?

Ho frequentato per molti anni canoniche, cori, oratori. Ho studiato encicliche, adoro le agiografie, da baritono ho cantato più di una Messa.

Per buona parte della mia giovinezza ho fato politica, sia da attivista sia da ‘leader’, in ambito locale, nella mia terra d’origine, a metà tra Liguria, Toscana ed Emilia. Ho anche servito le istituzioni in prima persona e lavorato nel cuore di quelle italiane ed europee per diversi anni.

Ritengo che lavorare con impegno e sacrificio sia la chiave per costruire un solido percorso professionale o imprenditoriale e ritengo anche che gli imprenditori che predicano riposo e relax non si siano affermati cazzeggiando e siano pertanto dei gran ipocriti.

Credo in un mondo migliore possibile solo grazie al buonsenso e al rifiuto di ogni estremismo, radicalismo, faciloneria.

Amo la mia famiglia, penso che la carità e la pietà siano virtù fondamentali per mantenerci esseri realmente umani.

Credo nel rispetto: dell’identità, della diversità, delle persone. Ma il rispetto di queste ultime non lo considero compatibile con ipocrisia e compatimento. Mi piace la contaminazione e il confronto.

Sono (ahimé) noto per dire ciò che penso. Sempre.

Mi faccio vanto di parlar chiaro e non dire frottole, dall’età di 23 anni. Per ora il record è imbattuto.

Adoro sciare, viaggiare, il buon cibo, i distillati, ho un debole per la Francia e persino per i francesi, mi piace cucinare, non chiedetemi di sistemare più di una lampadina, ma stando a fianco a persone di rilievo, molto capaci, rovinate dai corto circuiti tra (in)giustizia e (dis)informazione, da diversi anni aiuto persone e aziende quando sono in ginocchio travolte da inchieste e processi celebrati prima sulla stampa e solo dopo in tribunale.

Protagonisti della vita pubblica, uomini di primo piano delle istituzioni, top manager, piccole e grandi aziende scelgono di affidarmi la tutela della loro reputazione e onorabilità.

Non so se sia un talento, e dunque una missione, ma mi piace sapere di avere aiutato gli altri, ed è ciò che faccio, ogni giorno, con i miei collaboratori.

Sono un ex ragazzo di provincia, cresciuto in una famiglia ricca di valori, nel Nord non estremo dell’Italia, a pochi passi dal mare.

Credo. E credo che si debba credere in Qualcosa. Primo, per non sentirsi onnipotenti. Secondo, per non essere aridi.

Mi piace il ‘mio lavoro’, che è una professione intellettuale non ancora ancora compresa da mamma e papà. Anche perché in costante evoluzione da 15 anni.

Sono stato un discreto studente liceale e un modesto studente universitario, ma ho sempre studiato e mi piace studiare… quel che mi piace. Ora insegno in diversi atenei. Che sia segno della decadenza dell’Istruzione italiana?

Ho frequentato per molti anni canoniche, cori, oratori. Ho studiato encicliche, adoro le agiografie, da baritono ho cantato più di una Messa.

Per buona parte della mia giovinezza ho fato politica, sia da attivista sia da ‘leader’, in ambito locale, nella mia terra d’origine, a metà tra Liguria, Toscana ed Emilia. Ho anche servito le istituzioni in prima persona e lavorato nel cuore di quelle italiane ed europee per diversi anni.

Ritengo che lavorare con impegno e sacrificio sia la chiave per costruire un solido percorso professionale o imprenditoriale e ritengo anche che gli imprenditori che predicano riposo e relax non si siano affermati cazzeggiando e siano pertanto dei gran ipocriti.

Credo in un mondo migliore possibile solo grazie al buonsenso e al rifiuto di ogni estremismo, radicalismo, faciloneria.

Amo la mia famiglia, penso che la carità e la pietà siano virtù fondamentali per mantenerci esseri realmente umani.

Credo nel rispetto: dell’identità, della diversità, delle persone. Ma il rispetto di queste ultime non lo considero compatibile con ipocrisia e compatimento. Mi piace la contaminazione e il confronto.

Sono (ahimé) noto per dire ciò che penso. Sempre.

Mi faccio vanto di parlar chiaro e non dire frottole, dall’età di 23 anni. Per ora il record è imbattuto.

Adoro sciare, viaggiare, il buon cibo, i distillati, ho un debole per la Francia e persino per i francesi, mi piace cucinare, non chiedetemi di sistemare più di una lampadina, ma stando a fianco a persone di rilievo, molto capaci, rovinate dai corto circuiti tra (in)giustizia e (dis)informazione, da diversi anni aiuto persone e aziende quando sono in ginocchio travolte da inchieste e processi celebrati prima sulla stampa e solo dopo in tribunale.

Protagonisti della vita pubblica, uomini di primo piano delle istituzioni, top manager, piccole e grandi aziende scelgono di affidarmi la tutela della loro reputazione e onorabilità.

Non so se sia un talento, e dunque una missione, ma mi piace sapere di avere aiutato gli altri, ed è ciò che faccio, ogni giorno, con i miei collaboratori.

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